Ormai ci siamo dentro, anima e corpo, o forse dentro con tutto il corpo ma forse solo parzialmente con l’anima. E se poi considerassimo i desideri, gli affetti e tutto ciò che ci vive dentro e che tante volte domina le nostre scelte, la domanda diventerebbe ancora più forte: la Quaresima ci vive o la viviamo?
La subiamo come cristiani osservanti o la ri-creiamo come momento di incontro vivo con il nostro Dio? Già, ri-creare, rendere nuovo, riscoprire, valorizzare, sperimentare e sperimentarsi, appassionarsi, cercare, volere, ritornare… questi sono i verbi che mi vengono in mente quando penso a questi quaranta giorni: verbi di vita e non di morte! Verbi di chi crede non di chi subisce! Verbi di chi si fida non chi teme!
La tradizione ci consegna tra le mani questi quaranta giorni come un tempo particolarmante segnato dalla conversione… ma convertirsi significa volgere il cuore, la mente, la volontà verso Dio. Volgersi e ri-volgersi. Volgersi… come nuova adesione segnata e motivata dall’aver scoperto Dio, faccia a faccia, così come lui stesso si è comunicato: Dio amante del povero come del ricco, del malato come del sano, del peccatore come del giusto. Ri-volgersi… come di chi torna a casa, riscopre la luce dopo una lunga notte, sente nuovamente la voce di colui da cui si era allontanato… ri-volgersi, come di un girasole che continuamente orienta tutto se stesso verso il sole…
Ecco perchè la Quaresima non posso che associarla alla vita, perchè di vita si tratta, anzi direi, di vita pura. In questo senso acquista valore ogni cosa:
1. La penitenza diventa esercizio di temperanza su se stessi per far tacere i rumori e ascoltare il silenzio, per non lasciarsi prosciugare dai bisogni e ascoltare i desideri… del cuore, degli altri, di Dio per noi!
2. La carità diventa esercizio di amore vissuto, di adesione vibrante al Vangelo, di relazione attiva con noi stessi e con gli altri.
3. La preghiera diventa esercizio di ascolto costante perchè, per noi e su di noi, Dio ha progetti di santità che vanno oltre i nostri orizzonti; ma è in queste sue nuove logiche e prospettive che ci chiede di entrare.
Buon cammino a tutti, perchè di cammino si tratta! E che la vita, in quella non troppo lontana notte di Pasqua, possa sgorgare nuovamente, con nuova forza, nuova passione, nuovo desiderio di santità, nuova credibilità, nuova radicalità, nuova fiducia in Dio e nell’uomo!
Tratto da Cantalavita
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